San Valentino

E’ bén dabón

Quèll ch’u t’invurnéss
che u t tó e’ respóir
la ptóita, e’ sònn
che u t làugra
dè per dè la vóita
che u t fa
bramoè la mórta
arcórti bén
e’ pasa snò una vólta

Il bene quello vero

Quello che t’intontisce
che ti toglie il respiro
l’appetito, il sonno
che ti logora
giorno per giorno la vita
che ti fa
desiderare la morte
ricordati bene
passa solo una volta.

Giuliana Rocchi (Santarcangelo di Romagna, 1922 – 1996)

Nell’Antica Roma, a metà di febbraio, si celebrava Lupercalia la festa dedicata alla fertilità e all’amore.

Nel 496 papa Gelasio I cristianizzò questa festa pagana in una festività religiosa che prese il nome dal santo e martire Valentino di Terni che secondo la leggenda, avrebbe donato a una fanciulla una somma di denaro, necessaria come dote percontrarre il suo matrimonio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare.

Questo dono, frutto di amore e finalizzato all’amore, avrebbe ed è una delle tante leggende, portato alla venerazione di San Valentino Vescovo come protettore degli innamorati.

Ho bisogno di sentimenti

Io non ho bisogno di denaro.

Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.

Alda Merini

 

La voce a te dovuta

Il modo tuo d’amare è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.
I tuoi baci sono offrirmi le labbra perché io le baci.
Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
quella solitudine immensa d’amarti solo io.

Pedro Salinas

 

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale

 

Si racconta anche che il Vescovo Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano.

E per quanto riguarda la storia più recente l’associazione all’immagine del’amore romantico risale al (1343 – 1400) quando Geoffrey Chaucer grazie al suo circolo ed al suo poema «Parlamento degli uccelli» associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. In ogni caso in Francia e Inghilterra, nel Medioevo, si riteneva che a metà febbraio iniziasse l’accoppiamento degli uccelli: evento che si prestava a far consacrare il 14 febbraio come la festa degli innamorati.

 

Baciami mille volte e ancora cento

poi nuovamente mille e ancora cento

e dopo ancora mille e dopo cento

e poi confonderemo le migliaia

tutte insieme per non saperle mai

perché nessun maligno porti male

sapendo quanti sono i nostri baci.

Da mi basia mille, deinde centum

dein mille altera, dein secunda centum

deinde usque altera mille, deinde centum

dein, cum milia multa fecerimus

conturbabimus illa, ne sciamus

aut ne quis malus inuidere possit

cum tantum sciat esse basiorum.


Gaio Valerio Catullo (versi dedicati a Lesbia)

 

Per ricercare una connotazione più commerciale di San Valentino, nel XIX secolo nasce lo scambio di «Valentine», bigliettini d’amore con le sagome dei simboli dell’amor romantico, cuori, colombe, cupido. La più antica «Valentine» di cui si abbia traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans che si rivolge alla moglie con le parole: «Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée». Esther Howland a metà Ottocento negli Stati Uniti iniziò a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale.

Da questo punto in poi la tradizione dei biglietti amorosi venne affiancata a cioccolatini, fiori, gioielli.

 

Frasi e Poesie per San Valentino

(anche alternative)

Citazioni sull’amore e l’innamoramento

Un prontuario di frasi da usare o da scrivere

 

Gli sembrava così bella, così seducente, così diversa dalla gente comune, che non capiva perché nessuno rimanesse frastornato come lui al rumore ritmico dei suoi tacchi sul selciato della via, né si sconvolgessero i cuori con l’aria dei sospiri dei suoi falpalà, né impazzissero tutti d’amore al vento della sua treccia, al volo delle sue mani, all’oro del suo ridere.

Gabriel García Márquez

È un bel modo di perdersi, perdersi uno nelle braccia dell’altra.
Alessandro Baricco

Ci sono parecchie cose che mi piacciono, ma specialmente tre: amore, amore, amore.

Federico Fellini

L’amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Charles Bukowsy

Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un’ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, tutta una vita per dimenticarla.
Charlie Chaplin

Bimbo mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo vedrai…”
Jim Morrison

Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti, ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona. L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi, compreso le cose che ci potrebbero far vergognare. L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno, ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.”
Albert Einstein

Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra.
Oscar Wilde

Chissà se un giorno, guardando negli occhi di chi ti avrà dopo di me cercherai qualcosa che mi appartiene.”

Pablo Neruda

Se inizierò a parlare di amore e stelle, vi prego: abbattetemi.
Charles Bukowsy

Io ti amo

Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l’universo
Io ti amo
e se non ti basta

vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un tuo solo sguardo
Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sara ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni
Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta
vaffanculo

Stefano Benni

Ci sono mille modi per dirti ti amo, ma uno solo per dirti fanculo.
Luca Laurenti